Miniguida golosa tra spiagge e colline, crudo di mare e vincisgrassi.

(Tratto da un articolo di Livia Montagnoli per Gambero Rosso)

Un viaggio tra le pinete che digradano sul mare rivelando baie nascoste e le rocche che punteggiano le colline dell’entroterra, tra la cucina di mare del litorale e la tradizione contadina delle ricette di terra. Alla scoperta del Conero attraverso le migliori soste di gusto.

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Identikit del Conero. Storia secolare tra mare e terra

Uscendo da Ancona, direzione sud, si imbocca la provinciale numero 1. Dietro al finestrino il colore intenso dei boschi e della macchia mediterranea rivela a tratti una distesa di mare blu, che in questa porzione di Adriatico sa essere particolarmente incontaminato, protetto dalla Riserva del Parco Naturale del Conero. Poi la strada si avventura verso l’entroterra, esplorando il fazzoletto verde della provincia anconetana incuneato tra il capoluogo marchigiano e la quiete di Porto Recanati, confine ideale della Riviera del Conero. Ancora oltre, allontanandosi dalla costa, il paesaggio si fa collinare, rivelando borghi e rocche antiche, teatro di un passato feudale fatto di corti signorili, dame e cavalieri.

È una scoperta che si snoda al ritmo lento di un adagio a disegnare l’itinerario perfetto per avvicinare il territorio del Conero, lasciarsi conquistare dalle semplicità di un’accoglienza calorosa e sorridente, sorprendersi per l’avvistamento di una caletta nascosta raggiungibile solo via mare, avventurarsi a cavallo o in mountain bike sui sentieri alle pendici del Monte Conero, che alla zona conferisce il nome e il suo profilo distintivo, tuffandosi nel mare Adriatico (da 572 metri d’altezza).

Un viaggio, tante anime da scoprire

Un passato importante che ha lasciato dietro di sé tracce significative di chi queste terre le ha abitate nei secoli antichi, la natura sfarzosa che presta il fianco al relax e all’attività sportiva, le rilassate località marittime, i sentieri della fede che confluiscono verso il Santuario di Loreto (ma provate a cercare indizi di un’accesa spiritualità anche tra cattedrali, pievi e abbazie di epoca romanica che scandiscono la visita dei borghi storici): arte, natura, storia, ospitalità sono le carte vincenti del Conero, che ha saputo conquistare anche il turismo internazionale, sviluppando una rete efficiente di strutture ricettive sul territorio, pur non intaccandone il fascino un po’ schivo.

Tra i centri balneari più apprezzati, Sirolo sa coniugare la ricchezza artistica del nucleo antico con il mare cristallino che da vent’anni gli vale il titolo di Bandiera Blu d’Europa. Durante il giorno si esplorano i vicoli che ricalcano la fortificazione medievale (vale il viaggio anche la vicina Badia di San Pietro, edificata nell’XI secolo), nelle animate serate estive ci si ritrova in piazzetta; tra le spiagge più suggestive dell’intera Riviera, la ghiaia della baia Urbani si spinge fin alla grotta naturale che attrae i bagnanti più attivi, mentre solo via mare si raggiunge la spiaggia delle Due Sorelle, sorvegliata dai faraglioni bianchi che affiorano dall’acqua.

Il lungomare di Numana accoglie i turisti in cerca di un’atmosfera più vivace e mondana, con gli stabilimenti attrezzati e i locali notturni allineati sulla costa; di contro, il nucleo storico – l’antico borgo dei pescatori – rivela il fascino più discreto di Numana Alta, un fitto dedalo di viuzze colorato dalle vecchie abitazioni popolari che offre un panorama impagabile della Riviera.

L’entroterra. Percorsi sotterranei e spiritualità tra Osimo e Loreto

Lasciata la costa, risalendo l’entroterra, Osimo è la meta ideale per chi non resiste al fascino della storia; l’antica urbe di Auxinum si è trasformata più volte nel corso dei secoli e oggi si presenta come un’elegante cittadina tra palazzi signorili, caffè raffinati e shopping vivace. A chi ama scoprire tesori nascosti, però, basterà avventurarsi tra le grotte della città sotterranea, nel cuore segreto di Osimo fatto di pozzi, gallerie e cunicoli che custodiscono le storie di un’umanità varia: simbologie allegoriche e incisioni legate all’Ordine dei Templari, tracce di riti pagani e preghiere dei frati francescani…fino al più recente passato di bunker durante la Seconda Guerra Mondiale. Osimo è tutto questo, ma anche spiritualità (visitate il complesso del Duomo di San Leonardo, con cripta romanica e battistero) e tradizioni popolari che celebrano il rapporto con la campagna circostante, come la festa agostana del Covo, quando le spighe di grano si intrecciano per realizzare l’opera mariana che sfila per le strade di Campocavallo.

E così, sul percorso della fede, si giunge al Santuario di Loreto, meta mariana di pellegrinaggio incessante e pregevole architettura che vide all’opera artisti del calibro di Bramante e Sansovino. Più curioso il tour dei camminamenti di ronda che circondano il Santuario, ricordando il tempo in cui le incursioni turche provenienti dal mare minacciavano un simbolo della cristianità (e i tesori in esso custoditi!).

Il viaggio nell’entroterra si può concludere a Offagna, per visitarne il borgo medievale raccolto intorno alla rocca, importante esempio di architettura militare, oggi sede museale.

Il Conero a tavola. Crescia, moscioli, extravergine e ciauscolo

Qui sopravvive una delle tradizioni più antiche della cultura gastronomica locale, e non sarà difficile scovare qualche vecchio alimentari per assaggiare la crescia realizzata secondo la ricetta locale: farina, lardo, strutto e olio d’oliva, un passaggio sulla brace e farcitura a piacere, dalla carne alle brace agli affettati, alle foie de campo raccolte in campagna. D’altronde l’identità culinaria di queste terre affonda le radici nel rapporto prolifico con le risorse di un territorio, spaziando dallo stocco all’anconitana, dai frascarelli a base di polenta bianca alla coda di rospo in potacchio, dai moscioli selvatici di Portonovo (li troverete solo ad Ancona, Sirolo, Numana) ai vincisgrassi della domenica, dalla lonza di fichi al brodetto di Porto Recanati.

E poi tanti prodotti di qualità – ciauscolo, tartufi, miele ed extravergine, ma anche i vini che raccontano la viticoltura collinare, il Rosso Conero e il Verdicchio – che definiscono una cucina semplice da proporre in famiglia recuperando vecchie ricette o da gustare di sosta in sosta negli indirizzi più meritevoli della zona. Che vi consigliamo qui, selezionandoli dalle guide del Gambero Rosso.

TRA ICONSIGLI DALLA GUIDA RISTORANTI D’ITALIA 2015 C’E’ ANCHE SAVIOTTI

Saviotti (Massignano): Vista incantevole (sulla strada panoramica verso Portonovo), accoglienza premurosa, centinaia di etichette in carta. E due menu degustazione, di pesce o carne, che accontentano tutti con originalità. Materie prime sempre fresche e non solo eccellenze locali. Ideale per una sosta lungo il viaggio alla scoperta del Conero.